Il 7-10% delle donne soffrono di endometriosi, condizione debilitante a livello psicofisico che causa forti dolori durante particolari fasi del ciclo e problemi di infertilità.

L’endometriosi è una patologia guidata dagli estrogeni quindi l’età in cui insorge più frequentemente è quella riproduttiva, l’alternanza tra estrogeni e progesterone e i loro picchi durante il ciclo mestruale costituiscono la benzina sul fuoco per il tessuto endometriale, motivo per cui con l’assenza delle fluttuazioni mensili in gravidanza la sintomatologia sparisce e in menopausa il crollo ormonale determina un miglioramento progressivo.

L’età media di insorgenza dell’endometriosi è tra i 25-30 anni e i fattori di rischio sono costituiti da: familiarità, problemi uterini o alle tube di Falloppio,menarca precoce, cicli ravvicinati (23-24gg), durata del flusso oltre i 7-8gg, sanguinamento importante durante il ciclo, infiammazioni o infezioni pelviche, anemia.

Il ciclo mestruale

Per capire meglio come si sviluppa la patologia facciamo un excursus del ciclo mestruale.

Il ciclo mestruale è per definizione il periodo che va dal primo giorno della mestruazione fino al primo giorno della mestruazione successiva. Generalmente ha una durata di 28 giorni, ma alterazioni fisiologiche della durata non sono infrequenti. Si divide in due fasi principali: la fase follicolare (dal 1° al 14° giorno) caratterizzata dalla dominanza degli ormoni estrogeni e la fase luteale (15° – 28° giorno) dominata dal progesterone. Alla nascita ogni donna ha un patrimonio di circa 7 milioni di follicoli immaturi di cui, durante gli anni riproduttivi, circa 450 si svilupperanno, dando origine alla prima cellula di quello che sarà un “possibile” bebè.

Fase follicolare. La prima settimana (giorni 1-7) è la fase del flusso mestruale, l’epitelio uterino si sfalda e ritorna allo stato basale. Nella fase follicolare tardiva (giorni 8-14) l’ormone follicolo stimolante (FSH) fa sì che uno tra i 6-12 follicoli ovarici selezionati in precedenza diventi il dominante e cresca, insieme alla mucosa endometriale, con iperproduzione di estradiolo (picco). Raggiunto il picco, sotto l’azione dell’ormone luteinizzante (LH), avviene l’ovulazione con liberazione dell’oocita maturo dal follicolo dominante, ingresso nelle tube di Falloppio per eventuale concepimento, caduta degli estrogeni e formazione del corpo luteo.

Fase luteale. L’LH determina cambiamenti istologici nella cellula follicolare per formare il corpo luteo, responsabile della produzione del progesterone. Il progesterone stimola le cellule alla maturazione e alla differenziazione. Intorno al 26 esimo giorno il progesterone crolla improvvisamente, il corpo luteo degenera e segnala all’endometrio l’inizio dello sfaldamento e quindi della mestruazione.

Cosa può andare storto?

Abbiamo visto cosa succede fisiologicamente durante il ciclo mestruale, ma non sempre tutto va per il verso giusto e possono insorgere alcune problematiche tra le quali:

  • Disregolazione dell’asse HPA: l’ipofisi può non inviare segnali per problemi patologici o legati allo stress quindi, venendo mancare lo stimolo degli ormoni ipofisari FSH e LH, non si hanno le giuste risposte dalle gonadi (ovaie) e di conseguenza non avvengono la produzione ormonale e i cambiamenti istologici alla base del ciclo mestruale.
  • Furto di pregnenolone: il pregnenolone è il comune precursore degli ormoni sessuali e del cortisolo, in seguito a stress prolungato, il corpo, evoluzionisticamente parlando, ritiene primaria la sopravvivenza quindi interrompe o riduce la produzione di ormoni sessuali in virtù di una maggior richiesta di cortisolo per affrontare le situazioni che lo mettono a rischio, ne deriva uno squilibrio ormonale che si può ripercuotere sul ciclo.
  • Disfunzione ovarica: le ovaie non sono in grado di rispondere correttamente al segnale, si hanno disordini nella fase follicolare, il picco estrogenico è debole, la fase luteale è disregolata, il ciclo mestruale risulta alterato con conseguente amenorrea e/o dismenorrea, PMS (depressione, rabbia, irritabilità, ansia, carbo-craving), sanguinamento esagerato, dolori forti e/o endometriosi.

 

Cos’è l’endometriosi?

Il termine endometriosi sta ad indicare la presenza di tessuto endometriale in una localizzazione anomala rispetto alla cavità uterina, sede fisiologica della mucosa. Le lesioni endometriosiche contengono recettori per estrogeni, progesterone e testosterone, quindi ogni fluttuazione ormonale fisiologica (come nel normale ciclo mestruale) o patologica, si riflette su di esse rendendole attive e facendo seguir loro le normali fasi di modificazione dell’endometrio: fase mestruale, fase proliferativa e fase secretiva.

Sebbene siano molto importanti la predisposizione genetica e la funzione immunitaria, sono state formulate 2 teorie eziologiche per l’endometriosi, ciascuna delle quali non esaurisce completamente le cause dell’insorgenza della patologia: la prima sono le mestruazioni retrograde, reflusso del sangue dall’utero alla pelvi con impianto delle cellule endometriali sul peritoneo; la seconda è la metaplasia, il tessuto peritoneale si trasforma in mucosa endometriale.

Sintomatologia.

I sintomi caratteristici dell’endometriosi sono: dolore durante il ciclo, sanguinamenti importanti o irregolari, dolore alla minzione o defecazione se presenti lesioni sulla sacca di Douglas, cicli lunghi oltre gli 8 giorni, diarrea, infertilità, costipazione, vomito, gonfiore addominale.

Non c’è correlazione stretta tra numero delle lesioni e sintomatologia tant’è vero che spesso lesioni multiple sono riscontrate in donne asintomatiche e viceversa poche lesioni causano in altre donne grandi disagi. Molta più corrispondenza c’è con la profondità dell’infiltrazione, se le lesioni sono superficiali danno poco dolore, al contrario se sono profonde creano più infiammazione, aderenze e conseguentemente più dolore.

Sebbene possano riscontrarsi ovunque nel corpo umano, i siti più comuni in cui si sviluppano le lesioni dell’endometriosi sono: le ovaie, le tube di Falloppio, il peritoneo (la sacca del Douglas, una sacca retrouterina tra il canale vaginale e il retto, il legamento di Broad, il legamento Uterosacrale), organi pelvici (la vescica, la parte distale dell’uretere, l’intestino, il colon retrosigmoide). Quando le lesioni sono localizzate all’esterno dell’utero sottostanno alle stesse influenze ormonali quindi crescono nella fase follicolare tardiva e maturano per poi sfaldarsi durante la mestruazione. A causa della presenza di tessuto ectopico e sangue, il fluido peritoneale delle donne con endometriosi presenta un alto numero di citochine pro-infiammatorie, fattori di crescita e macrofagi attivati, provocando dolore, fibrosi e aderenze, parti di tessuto cicatriziale che uniscono tessuti precedentemente distinti. La presenza di sangue non riassorbito può portare alla formazione di cisti endometriosiche dette anche cisti “cioccolato” in virtù della colorazione data dal contenuto ematico.

 

Fattore ambientale.

L’influenza dell’ambiente sullo sviluppo di patologie è sempre più studiata e acquista sempre più un ruolo fondamentale in quanto l’ambiente che ci circonda è ricco di sostanze che possono avere un effetto negativo sulla salute ma soprattutto si possono ripercuotere sull’equilibrio ormonale. Le donne sono continuamente esposte alle tossine ambientali: il trucco, le creme e i profumi, i detersivi contengono sostanze definite xenoestrogeni, disregolatori endocrini che interferiscono con la normale produzione di ormoni. Le donne con endometriosi secondo vari studi sono più sensibili a queste tossine e non riescono a metabolizzarle correttamente a livello epatico. Bisfenolo, parabeni, ftalati, diossina, l’ambiente esterno è ricco di tossine, non si può vivere in una campana di vetro quindi bisogna intervenire in altri modi, da un lato limitando l’esposizione, dall’altro rinforzando i sistemi di detossificazione del fegato.

Come intervenire?

Il trattamento funzionale dell’endometriosi mira a ristabilire i giusti equilibri ormonali supportando:

  • le ghiandole surrenali per assicurare la giusta produzione di DHEA e cortisolo,
  • il normale ritmo degli ormoni estrogeni e progesterone per avere un ciclo mestruale senza dolori, sanguinamenti eccessivi, PMS
  • la funzionalità epatica per migliorare i sistemi di detossificazione.

Modificando le abitudini alimentari e lo stile di vita (fumo, alcol, stress, attività fisica), si riesce ad intervenire in modo integrato sulla patologia e ritrovare quell’equilibrio ormonale che sta alla base del benessere psicofisico. Gli ormoni devono stare dalla nostra parte, non remarci contro!

 

Fonti:

Vasquez, Yasmin M. et al. “Endometrial Expression of Steroidogenic Factor 1 Promotes Cystic Glandular Morphogenesis.” Molecular Endocrinology 30.5 (2016): 518–532. PMC. Web. 29 Aug. 2018.

Vercellini P, Viganò P, Somigliana E, Fedele L. Endometriosis: pathogenesis and treatment. Nature Reviews. Endocrinology [serial online]. May 2014;10(5):261-275. Available from: MEDLINE with Full Text, Ipswich, MA. Accessed August 29, 2018.

13/09/2018

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