Il melograno, origini e virtù

credits immagine: dipinto di Francesco Stile, "Bloody Brain" olio su tela 100x120cm https://www.francescostile.com/index.html

 

Il nome deriva dal latino “malum granatum” che significa mela con i grani (semi).

E’ originario dell’Asia occidentale e appartiene alla famiglia delle Punicacee quindi, nonostante il nome, non ha niente a che fare con la mela (famiglia delle Rosacee) se non una forma che vagamente la ricorda.

E’ composto da una buccia esterna non edule e dai chicchi. Questi ultimi, chiamati arilli, sono la sua peculiarità: succosi per l’alto contenuto di acqua (80%), con una colorazione dal bianco al rosso e ricchi di vitamina C, antiossidanti e minerali tra cui spiccano potassio e fosforo. Le proprietà antiossidanti sono da attribuire alla vitamina C (un potente riduttore), ai flavonoidi e all’importante presenza di tannini tra cui spicca all’acido ellagico che dalle ultime evidenze sembra aver un ruolo protettivo nello sviluppo del cancro inducendo l’espressione genica della proteina p53 che regola il ciclo cellulare ed ha una importante funzione nella soppressione tumorale.

Possiamo utilizzare il melograno in vari modi. A crudo possiamo aggiungerlo alle insalate, nello yogurt  insieme alla frutta secca o come ingrediente nel porridge. Nei piatti caldi si può aggiungere in cottura a risotti o a secondi di carne o pesce per virare il gusto sull’agrodolce. E per chi non gradisce i semi? Il succo di melograno (spremuto) è un ottimo dissetante e diuretico che mantiene tutte le proprietà antiossidanti dei polifenoli.