Il carciofo: caratteristiche nutrizionali.

Il carciofo (Cynaria scolymus) è un ortaggio appartenente alla famiglia delle composite. La sua stagionalità è invernale (da dicembre a marzo) anche se si trovano delle varietà che fioriscono in autunno ed altre che durano fino ad aprile. Dal punto di vista nutrizionale è considerato un vero e proprio cibo funzionale grazie a tre componenti fondamentali:

  • la cinarina, un polifenolo, derivato dell’acido caffeico;
  • il ferro, un minerale fondamentale per l’organismo;
  • l’inulina, un oligosaccaride non digeribile che agisce da prebiotico.

La cinarina ha un’azione epatoprotettrice (protegge le cellule del fegato), coleretica (aumenta l’escrezione biliare riducendo l’assorbimento del colesterolo) e colagoga (stimola la contrazione della colecisti favorendo il deflusso della bile). Queste azioni favoriscono la digestione e diminuiscono i gonfiori addominali.

Il ferro, presente nelle quantità di circa 1 mg per 100gr di prodotto, raggiunge il massimo dell’assorbimento quando il prodotto viene cotto, grazie agli zuccheri che fungono da trasportatori.

L’inulina, diventa assimilabile per azione del calore, durante la cottura. In quanto fibra prebiotica stimola la funzionalità intestinale diminuendo la concentrazione di batteri patogeni e aumentando quella dei Bifidobatteri, una popolazione microbica altamente benefica presente nel nostro intestino.

Metodi di cottura.

In base a quanto detto sopra, la cottura del carciofo è di importanza fondamentale per stabilirne l’adeguatezza in una o nell’altra patologia.

Il carciofo crudo è indicato nei diabetici, nell’ipercolesterolemia, in chi ha bisogno di aumentare la motilità intestinale e in chi non deve assumere troppo ferro. Inoltre il condimento con olio evo e limone ne esalta le proprietà diuretiche.

Al contrario il carciofo lesso  non è indicato in chi  non deve far innalzare troppo il livello di zuccheri nel sangue (diabetici o problemi pancreatici) ma è fortemente consigliato negli stati di carenza di ferro (anemie) pur essendo la forma meno digeribile.

La migliore modalità per mangiare il carciofo è trifolato o nelle classiche preparazioni alla romana o alla giudia. La “frittura” fa sì che tutte i principi nutritivi vengano conservati dal biofilm lipidico mentre l’associazione con aglio, prezzemolo ne aumenta la biodisponibilità. In questa forma il carciofo effettua una stimolazione potente sulle cellule del fegato e sulla contrattilità della colecisti rendendolo estremamente efficace nei casi di lieve affaticamento epatico.

Quindi che sia crudo o sia cotto, il carciofo costituisce un prezioso alleato della salute da assumere 2 o tre volte a settimana in alternanza ad altre verdure che la stagione invernale ci offre.

 

 

 

Fonti:

Ben Salem M, Affes H, Ksouda K, Dhouibi R, Sahnoun Z, Hammami S, Zeghal KM. Pharmacological Studies of Artichoke Leaf Extract and Their Health Benefits. Plant Foods Hum Nutr. 2015 Dec;70(4):441-53. doi: 10.1007/s11130-015-0503-8.

-Arcari Morini, D’Eugenio, Aufiero. Il potere farmacologico degli alimenti. Red! edizioni.

 

08/01/2017

Il carciofo, prezioso alleato del nostro fegato

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