Sempre più persone, soprattutto quelle che combattono contro patologie autoimmuni o croniche o neuroinfiammatorie, sono familiari alle cosiddette “diete di eliminazione”, quelle diete in cui non si assumono i cibi “infiammatori”, ossia quelli capaci di peggiorare le condizioni patologiche come il glutine, i latticini, la soia, i legumi e le uova. Questo tipo di diete, agendo sull’infiammazione di basso grado e sulla diminuzione della risposta immunitaria del corpo verso questi cibi, sono negli ultimi anni uno dei cardini principali per il trattamento delle patologie croniche. Tuttavia, non di rado, accade che alcune persone, dopo aver eliminato alcuni cibi, sviluppino una ridotta tolleranza orale e inizino a reagire ad altri alimenti con il risultato di restringere ulteriormente le loro possibilità alimentari senza margini di miglioramento: si instaurano quelle che vengono definite “food sensitivities” o ipersensibilità alimentari, definizione moderna ed evidence-based delle vecchie intolleranze alimentari che ancora oggi vengono indagate con i metodi più fantasiosi e mai validati scientificamente.
Alcuni cibi, come il glutine e i latticini, “cross-reagiscono” ossia provocano una reazione immunitaria nel corpo sia verso i cibi stessi che verso alcuni tessuti specifici (ad esempio la tiroide o alcuni tessuti del sistema nervoso o la pelle). L’organismo, per un meccanismo chiamato mimetismo molecolare, non riesce a riconoscere la differenza a livello molecolare e attacca entrambe, come se fossero patogeni. Questi cibi sono generalmente problematici per un largo numero di persone e la loro assunzione spesso diventa un prezzo troppo alto da pagare in termini di salute. Come abbiamo detto prima però, si possono sviluppare delle sensibilità a cibi non cross-reattivi, in questo caso il problema alla base non è il cibo in sé per sé ma un sistema immunitario “iper-reattivo”.
La mucosa intestinale è una superficie molto vasta esposta in continuazione ad agenti esterni (antigeni), sostanze potenzialmente pericolose per l’organismo. Il nostro sistema immunitario è programmato per allertarsi e combattere contro tutto ciò che non è “self” ma allo stesso modo deve essere in grado di essere non responsivo nei confronti degli alimenti che ingeriamo per permetterci di nutrirci. La tolleranza orale è la capacità del sistema immunitario di “tollerare” (=non reagire contro) i cibi e allo stesso tempo rispondere in maniera appropriata contro i patogeni.
Ci sono altri tipi di tolleranza:
La perdita di un tipo di tolleranza può indurre facilmente la perdita delle altre e questo spiega il motivo per cui queste problematiche si riscontrano spesso negli individui autoimmuni.
Ci sono 5 meccanismi alla base della reazione del sistema immunitario nelle ipersensibilità:
Non accade di rado che le persone che hanno ipersensibilità verso alcuni cibi abbiano un’intolleranza all’istamina (leggi qui per maggiori info). In questi casi vengono attivati anche i mastociti, cellule dell’immunità che rilasciano istamina in seguito a degranulazione ed è necessaria una particolare attenzione a diversi cibi: quelli che contengono istamina, quelli che provocano il rilascio di istamina e quelli che inibiscono gli enzimi che la metabolizzano.
Ripristinare la tolleranza orale e diminuire l’ipersensibilità verso gli alimenti è un percorso lungo ma non impossibile. Visti i fattori che entrano in gioco si fa presto a capire che non si può lavorare contemporaneamente su tutti e l’intervento consiste in un approccio mirato da parte di un professionista in grado di riconoscere le cause scatenanti e lavorare in modo specifico e ordinato su ognuna di esse. Ma non è tutto così semplice. Se gli interventi dal punto di vista alimentare e di integrazione non vanno a buon fine e i sintomi persistono bisogna andare più a fondo. Altri fattori possono nascondersi alla radice del problema e spesso si tratta di squilibri ormonali.
Gli ormoni influiscono sulla tolleranza orale in diversi modi, sono necessari per rigenerare l’epitelio intestinale, tengono a bada l’infiammazione e assicurano una comunicazione adeguata intestino-cervello. Parliamo degli ormoni sessuali, degli ormoni surrenali e di quelli tiroidei.
Come abbiamo visto la tolleranza orale può venir meno per varie cause: disregolazioni del sistema immunitario, problemi intestinali, gastrici, epatici, deficit ormonali o enzimatici, squilibri glicemici o tiroidei. Per questo motivo il percorso non può essere “one size fits all” ossia non può esserci un protocollo valido per tutti ma va calzato sulla persona attraverso un percorso fatto di prove ed errori fino a individuare ciò che più funziona nel caso specifico e che permette di ripristinare il giusto equilibrio del sistema immunitario.
Dottoressa Giovanna Pitotti
Fonti:
Doherty DG. Immunity, tolerance and autoimmunity in the liver: a comprehensive review. J. Autoimmunity 2016
Food allergy: separating the science from the mythology. Nat Rev Gastroenterol Hepatol. 2010 Jul;7(7):380-400.
Mucosal Immunol. 2012 May;5(3):232-239. Oral tolerance to food protein.